Il titolo di questo post riassume il racconto di un’esperienza di lavoro specifica, svolta qualche tempo fa.
L’ oggetto del lavoro è stato, per l’appunto, un’analisi che mi fu commissionata dal gestore di un e-commerce molto noto nel suo settore – tra i leader in quel segmento di mercato.
Sto parlando del settore del giardinaggio e di uno shop online che da anni vende i propri prodotti a centinaia di utenti, i quali approdano nelle sue pagine sicuri di trovare soluzioni di ottima marca e qualità per la cura dei propri giardini.
Il gestore dell’attività, abile venditore ed esperto da anni in macchine da giardino, è anche il curatore dell’e-commerce, che da sempre era andato a gonfie vele… finché qualcosa non si è inceppato.

Lui stesso non sa di cosa si tratti: il dato di fatto è che, di punto in bianco, le vendite crollano. Crollano come diretta conseguenza di una diminuzione delle visite, che a loro volta vanno a picco a causa di un repentino crollo della rintracciabilità su Google per molte keyword. Il gestore in questione se ne accorge subito e, solerte, mi interpella per un consulto.

In casi come questi intervengo proprio come farebbe un medico su un paziente: metto in atto una serie di analisi e studi per sondare la “salute” del sito e capirne lo stato prima e dopo il problema, al fine di identificare la causa (diagnosi) e suggerire la migliore “terapia” di ripresa.
E’ proprio quello che ho fatto anche in questo caso: ho eseguito subito un Audit SEO completo, alla ricerca di tutti gli elementi chiave per l’indicizzazione, sondando ogni dettaglio per fiutare – come un buon investigatore – ogni possibile traccia di “errore” che possa essere stata la causa della penalizzazione su Google. Ebbene sì, perchè in questo caso eravamo proprio di fronte ad una vera e propria penalizzazione! Con questo termine si indica il repentino ed inesorabile indietreggiamento di un sito sulla SERP di Google, tanto temuto da webmaster e SEO, che purtroppo può ahimè capitare anche frequentemente: specie quando il sito non è seguito in modo professionale da un servizio SEO.

Il risultato dell’analisi fu abbastanza chiaro ed inequivocabile: una serie di backlink poco autorevoli, affiancati a contenuti ormai obsoleti e a volte ripetuti su altri siti esterni, avevano creato un mix micidiale poco attraente per il motore di ricerca. Una volta che il sito è finito nel mirino di Google non c’è stato più scampo: The Big G ha deciso di chiudere le sue cesoie senza pietà e ha reciso in modo importante il punteggio del sito… catapultandolo indietro nel suo indice.
Trovato il problema ho dunque potuto passare alla fase successiva, che risponde alla domanda: come uscirne?

La buona notizia è che, una volta individuato l’errore, è (quasi) sempre possibile riparare: in questo caso, mi è bastato dare le giuste indicazioni al gestore del sito, tracciando un piano strategico da seguire, per permettergli di uscire dal tunnel della penalizzazione da solo in tempi relativamente brevi: le operazioni eseguite su mia indicazione sono state, tra le tante, la pulizia dei backlink “nocivi” da una parte e l’aggiornamento dei testi dall’altra.

Chiaramente la ripresa in considerazione da parte di Google non è mai immediata: ci sono volute diverse settimane per rivedere il sito apparire ai primi posti come lo era sempre stato storicamente… ma l’importante era tornarci.
Posso dire che l’Obiettivo è stato raggiunto grazie ad una consulenza mirata, con due lezioni imparate: chi ben inizia con una buona analisi è già a metà dell’opera e… ad ognuno il suo mestiere 😉